Le "putee" di Via Municipio                                                                    Le foto dei negozi

C'era una volta, dal 1950 al 1980… quello che oggi potrebbe essere paragonato o definito un "centro commerciale naturale" che ...

si snodava da Porta di Suso fino a Piazza Arduino Iorio, ovvero lungo Via Municipio. Di seguito ho cercato di ricostruire, dai miei ricordi e da quello dei residenti, tutte le attività commerciali ed artigianali che erano presenti in quella che, fino a qualche decennio fa, era il cuore pulsante dell'economia artigianale e commerciale del paese. La descrizione inizia partendo da " sott l'arc " :Dietro la porta lignea di Porta di Suso, entrando in Via Municipio, al lato sinistro laterale sinistra, il negozio, vendita di formaggi e salumi, di Teobaldo Baione (detto Balduccio) e Gilda Guerra; subito dopo il deposito di Camera Giovanni , e l'ingresso del forno del figlio Mario e di Pinuccia. Oggi, negli stessi locali, vi è la "Trattoria Tre Torri"). Al lato destro, invece, sempre in prossimità della porta, il negozio alimentari di Camera Mario e Pinuccia Giello, sostituito poi dalla macelleria Chiumiento ed attualmente adibito a locale deposito. Vicino a detto negozio, a fine discesa di Via S.Sofia, piccolo locale di Alberto Erra, adibito negli anni '80 a deposito e/o locale espositivo di "Sanitari Di Verniere" .

Proseguendo, al alto destro vi era il calzolaio Mordente Germano (detto Manuccio), subito dopo il Salone di Luigi Germano (Giggino 'o barbiere), diventato poi locale deposito di Saverio Reina in cui esponeva, nel periodo natalizio, il presepe. Il successivo locale negli anni'50-60 era il caffe/bar di "Tuccio" Baione che poi divenne falegnameria di Angelo Peduto, seguì l'ufficio del sindacalista Cennamo Carmine, poi Sanitari Di Verniere. A sinistra il negozio di biancheria/tessuti Di Feo Cosimo-Carmelina Peduto, Sempre a destra, un piccolo locale dove Giovanni Pacifico, prima di diventare portalettere, faceva il sarto. Il locale poi fu preso da Germano Mari dove apri' la sua attività di stagnino. Segue lo storico tabacchino Giannella. Difronte al tabacchino, Bice Guerra , sarta e 'magliaia' . Di seguito, il locale espostivo di un artigiano di Castelcivita, detto "'u pittore castaluccese". Agli inizi degli anni '80 subentra lo studio medico Di Chiara Germano. Subito dopo il Calzolaio Pacifico attività oggi continuata dal figlio Manfredo. Negli anni '70, per un breve periodo nel locale difronte il negozio di Frutta e Verdura di Lettieri Matteo, trasferitosi poi in piazza (attuale Bar Francione). Dove c'e' l'attuale parrucchiere Pasquale, c'era il negozio di tessuti "Filomena Brenga – Genesio Saponara", difronte, il negozio di TV-elettrodomestici di Mario Morra che poi chiude l'attività. Il locale poi viene destinato a "Centro di Lettura".

Difronte, subito dopo il vicolo, un piccolo locale in cui Angelo Di Lucia eseguiva l'attività di sarto, poi il locale fu adibito a Latteria. Di seguito il sarto Angelo Molinara, e poi la nuova Latteria gestita dalla moglie di Carmine Verruccio. Subito dopo, e fino a metà anni '60, c'era il locale di Arturo Polito che faceva il sarto e di seguito il locale di Mast'Alberto Belmonte, in cui Alfredo Mangone ha fatto il barbiere fino agli inizi degli anni '80. L'attuale biblioteca, invece, era il Municipio, divenuto poi ufficio di collocamento e oggi biblioteca comunale. Difronte, il locale dove Mast'Alberto Belmonte faceva il calzolaio e subito dopo il locale della parrucchiera "Angela Mottola" e di seguito l'oreficeria Cancro/Canero. Dopo l'orificeria c'era la sartoria Liccardi (Carmine Liccardi) , poi passata a Carmine Francione. A destra della scalinata, la falegnameria di Zunno Pasquale, sotto invece il calzolaio Zunno Vito. Al lato sinistro, invece, 2 locali per il negozio-emporio di Angelo Pacifico, ereditato poi dalla figlia "Titina" in Bavoso. Subito dopo la cantina Suozzo/Menotti . Proseguendo sul lato sinistro, c'era il negozio di biancheria, Pacifico Carmine e Filomena Laurino. Subito dopo la macelleria di Vincenzo Baione e l'alimentari di Giovanni Baione. I due locali poi vengo ereditati da Fernando Baione che negli anni '80 apre un mini market. Seguiva il negozio alimentari di Enrico Guerra. Difronte c'era il negozio di Di Matteo Giuseppe che produceva e vendeva attrezzi e stoviglie in rame, con annessa cantina. Il locale successivo era adibito a falegnameria da Eduardo Di Lucia.

Subito dopo il Bar di Gerardo Morra (che faceva anche da ricevitoria Totocalcio e legatoria di libri) e poi la macelleria di Turillo (Salvatore Di Verniere). Difronte al bar c'era la sartoria di Antonio Di Lucia, poi il Barbiere Luigi Lembo, lo stesso locale poi venne adibito a frutteria da Cortese Vincenzo. Si prosegue poi in Via Solimene e prima di arrivare a Piazza "Antico sedile" e prima del "sieggio" c'era la Tipografia Cennamo. Al lato opposto c'era la cantina Di Matteo Pasquale( oggi bar) e di seguito il negozio (emporio) di Pisano (attualmente c'è lo stagnino Germano Di Mari) . Sullo stesso lato, dopo il vicolo , c'era l'Ufficio Postale. Nella piazzetta,invece, c'era il Bar di Senatore Adolfo/Angelina Molinara, poi diventato negozio di frutta e verdura di Cortese Rosario e Vincenzo. Difronte la Sartoria/Lavanderia di Ciccio Lettieri.

 

 

Proseguendo vero la piazzetta Arduino Iorio ('o Capitano) il negozio storico dei Fratelli Guerra (Tabacchi, ferramenta, alimentari,…) Silvio e Placido, negozio ereditato dal padre Alessandro. Placido aprirà poi un proprio negozio piu' avanti sulla stessa via. Il negozio oggi è gestito da Ortensio Acito. Si prosegue con la storica pasticceria/bar Iorio, nata nei primi decenni del '900 con attività continue fino a metà anni '70. Negli stessi anni nasce Emporio Guerra, di Placido Guerra, e situato subito dopo il bar Iorio. Pochi metri dopo il calzolaio Francesco Di Blasi e il laboratorio di Giovanni Ienna, che oltre alla vendita, provvedeva anche alle riparazioni di orologi e sveglie. Dopo il vicolo "Tre Archi", dove verso la fine del 1800 era presente la Tipografia Liccardi, il nuovo negozio Sartoria di Carmine Liccardi. Proseguendo , sul lato destro il negozio di mio zio Arnaldo Di Venuta, che ha continuato l'attività dei miei nonni Angelo Di Venuta e Guerra Almerinda. Mio zio ingrandisce l'attività aprendo due nuovi locali, uno difronte e l'altro a pochi metri dalla bottega storica. Prima di arrivare alla piazzetta, il negozio di Temistocle Guerra. Nella piazzetta invece era presente il negozio di Antonio Lettieri, con due attività, una in prossimità della scalinata verso San Biagio e l'altra con solo alimentari nella parte destra della piazza in un fabbricato oggi non piu' esistente.

Chi erano i clienti? Oltre ai residenti del centro storico, la domenica e nei giorni festivi, molti arrivavano dalla pianura (Quercioni, Scalareta, Cerrelli), che raggiungendo il paese da San Germaniello e dal Muraglione, con l'asino o mezzi di fortuna, attraversavano i vicoli del centro storico ed andavano a Messa a San Biagio, Sant'Antonino e Sant'Egidio. Poi si riversano nelle botteghe di Via Municipio fino a raggiungere la piazza Castello, dove si trovvano tutti i "fruttivendoli" con i prodotti nati e prodotti dalla terra altavillese. Nei giorni della settimana,comunque, era suggestivo attraversare questa via cosi' viva ed animata dai tanti residenti; spesso i locali erano anche i punti di inocntro per socializzare e confrontarsi sulle tematiche politiche cittadine o sportive. Che tempi! Purtroppo solo ricordi che oggi ritornano alla mente con tanti rimpianti e considerazioni. Oggi in questa via che, quando sono ad Altavlilla, percorro sempre in ricerca di nuove storie e nuovi ricordi, trovi un silenzio assoluto e un quasi deserto che per me sono inaccettabili. Subire e constatare uno spopolamento e una decadenza continua del centro storico è come tagliare e bruciare il legame alle tue origini, ai tuoi affetti… Chi non ha vissuto queste storie non potrà mai capire cosa cio' possa significare per colui che è legato alla propria terra. Quello che fa rabbia è il fatto che qualcuno considera il tutto come un rudere, ovvero un peso per la comunità , che addirittura andrebbe rimosso con interventi rapidi e strutturali. Interventi, secondo il mio modesto parere, "sconclusionati e non ragionati " e sicuramente non rispettosi per la cultura, la tradizione e la storia di Altavilla, delle famiglie Altavillesi e di tutti gli ALTAVILLESI.

Montanelli diceva: "Un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente"